Il “Gattopardo” e il grano di Sicilia, al via la certificazione Qualità Sicura. Regione garante

“Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali”. Il confronto serrato ne “Il Gattopardo” tra il Principe di Salina e il piemontese Chevalley, sceso in Sicilia a offrire a Don Fabrizio un seggio al Senato della giovane Repubblica Italiana, si chiude con una sconfortante visione di una Sicilia immobile, abituata a essere terra di conquista da poteri stranieri e incapace di “saper fare”.

Ogni siciliano di buona volontà che legge questo capitolo del Gattopardo è chiamato a scardinare questa visione di una Sicilia immobile, che basta a se stessa. Perché la Sicilia, nella sua storia e soprattutto negli ultimi decenni, ha dimostrato ampie capacità di esprimere eccellenze, dalla Cultura all’Imprenditoria, dal Turismo alla Sanità, dall’Agroalimentare al settore del Food & Wine fino all’Information and Communiction Tecnology.

Questa è la direzione in cui si muove il progetto Grano Duro Qualità Sicura garantito dalla Regione Siciliana, che non è solo un tentativo di differenziare il nostro grano dal resto delle produzioni, ma rappresenta soprattutto la capacità di garantire un valore superiore in grado di soddisfare le richieste degli attenti consumatori del terzo millennio. Il mondo che ruota intorno al grano duro locale da anni opera per emanciparsi dalle logiche globali delle commodities, che premiano di più i cereali canadesi per esempio, per puntare ad affermare il proprio valore identitario (i grani antichi ne sono l’espressione più calzante) e la propria “alta qualità” tecnica e sanitaria.

Ma cosa garantisce il marchio QS applicato al Grano Duro? Prima di tutto garantisce identità del grano utilizzato (seme certificato) e tracciabilità lungo la filiera. L’espressione “from farm to fork” rappresenta appieno questo concetto. È un grano “no Glifosate”, perchè in Sicilia non abbiamo bisogno di far seccare i campi ricorrendo alla chimica del “seccatutto”, come in altre regioni del Mondo. Anche il requisito “no micotossine” è garantito, perché il nostro sole estivo garantisce una umidità così bassa, tanto che le muffe ubiquitarie, che naturalmente possono attaccare i raccolti o gli ambienti di stoccaggio, non riescono a produrre le pericolosissime micotossine cancerogene, presenti invece nelle colture di regioni più settentrionali ed umide.

Ma non ci si ferma qui. Il Grano QS è anche un grano di alta qualità tecnica, con un tenore proteico sopra il 13% (12 % per il biologico) e un peso ettolitrico superiore a 80 kg/hl. È inoltre un grano che rispetta l’ambiente perché prodotto con le corrette rotazioni che non sfruttano in forma intensiva il suolo. Oggi a Valledolmo presso il molino Molinoro, ben 29 aziende cerealicole, che hanno già aderito al sistema QS, si incontrano per celebrare la prima giornata della certificazione QS del grano e l’intenzione di costituire un Consorzio di Tutela e Valorizzazione delle produzioni a grano duro certificate QS. Non solo agricoltori, ma anche trasformatori, cooperative, reti di imprese, tecnici e ricercatori, che sostengono questa piccola rivoluzione del grano.

Dopo venti anni di ricerche e monitoraggi, di attività del Dipartimento Agricoltura e di incontri con i diversi operatori della filiera, sulla nostra tavola arriva la pasta “Qualità Sicura”, operazione concreta che punta a capitalizzare il valore costruito intorno al grano siciliano. Adesso la parola passa ai consumatori chiamati a premiare sullo scaffale il logo QS. In definitiva dal sonno Gattopardiano è possibile uscirne, per raccontare una Sicilia diversa, una Sicilia del cambiamento capace di innovarsi e puntare al futuro. Perché le eccellenze le abbiamo, basta solo saperle raccontare.

*Ricercatore Consorzio di ricerca “Gian Pietro Ballatore”
giusepperusso@ilgranoduro.it

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